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Informazioni e consigli sulla crescita e la salute del bambino,
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Morbillo

bambino asiatico con macchie rosse nelle braccia e nel torace causate dal morbillo

Cos’è il morbillo

Il morbillo è una malattia infettiva virale, talvolta pericolosa, molto contagiosa, che lascia una protezione permanente (immunità), per cui non ci si ammala una seconda volta.

Prima dell’introduzione del vaccino contro il morbillo negli anni ’60, si stima che morissero per morbillo circa 2 milioni e mezzo di persone all’anno. Il morbillo è diventato sempre meno frequente con l’estendersi della vaccinazione, ma, con il passare degli anni e in regioni in cui la copertura vaccinale non era adeguata (almeno il 95% di vaccinati) o era addirittura calata, si è assistito alla comparsa sempre più frequente di focolai di morbillo, con conseguenze anche gravi.

Come per altre malattie causate da virus o batteri, nel periodo della pandemia si è assistito ad un calo dei casi di morbillo, dovuto alle misure di distanziamento e protezione contro il Covid-19. Nello stesso periodo però anche il numero di vaccinati contro il morbillo è diminuito ed infatti dalla seconda metà del 2023 la malattia è tornata a presentarsi in modo virulento e diffuso. 

Il morbillo è molto raro prima dei 6 mesi di vita (perché, sempre che la mamma abbia in passato contratto la malattia, si è protetti dagli anticorpi materni trasmessi durante la gravidanza).

Cosa causa il morbillo

Il morbillo è causato dall’infezione ad opera di un virus della famiglia delle Paramixoviridae.

E’ estremamente contagioso: circa il 90% delle persone venute a contatto con un soggetto malato (se non vaccinate o precedentemente colpite da morbillo) si ammala a sua volta. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee e le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato (che è infettivo da 4 giorni prima a 4 giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea) parla, tossisce o starnutisce.  Molto meno probabile contrarre il morbillo per via indiretta, toccando oggetti contaminati, anche se Il virus rimane infettivo nell’aria e sulle superfici infette fino a due ore. 

I sintomi del morbillo

In seguito al contagio, il virus penetra nell’organismo e si moltiplica mediamente per una decina di giorni (da 7 a 18 giorni), senza dare significativi disturbi (fase di incubazione), poi la malattia si manifesta.

1. Dapprima compaiono malessere, febbre modesta, poi tosse stizzosa, congiuntivite (con lacrimazione, arrossamento degli occhi, fastidio alla luce) e raffreddore (con scolo nasale e sternuti), come in una comune influenza. Verso la fine di questa fase sono visibili, all’interno delle guance, delle macchioline bianche (macchie di Koplik); spariscono 2 giorni dopo l’inizio dell’esantema.

2. Dopo 2-4 giorni la febbre diventa alta e compare l’esantema:

  • macchie color rosso vivo, tendenti a confluire in larghe chiazze;
  • localizzate prima dietro le orecchie e nella parte alta della fronte, da cui poi si diffondono verso il basso al viso, al collo, al tronco e agli arti.
schiena di bambino coperta da macchie rosse causate dal morbillo

3. Quando l’esantema arriva al dorso del piede, comincia a schiarirsi, anche qui a partire dal volto; contemporaneamente la febbre cala e migliorano tutti i sintomi, tranne la tosse, che può persistere per oltre 1 settimana.

4. Frequenti (in circa il 30% dei casi) e spesso temibili sono le complicazioni, che insorgono verso la fine della malattia, anche se l’eruzione è stata modesta. I bambini sotto i 5 anni di età, gli adulti di età superiore a 20 anni, le donne in gravidanza e le persone con deficit immunitario hanno il rischio più elevato di complicanze. Le più comuni sono:

  • l’otite, che si manifesta con mal d’orecchio e ripresa della febbre;
  • la broncopolmonite e la laringite, che causano peggioramento della respirazione e ripresa della febbre;
  • l’encefalite (infiammazione del cervello), che colpisce 1-2 bambini su mille ammalati, può essere mortale e nel 30% dei casi lascia danni neurologici permanenti.

La letalità del morbillo è principalmente dovuta a complicanze respiratorie e neurologiche e nei Paesi sottosviluppati può arrivare fino al 6% dei casi. Nei Paesi industrializzati la letalità del morbillo è pari a 0,05-0,1%.

Da ricordare anche tra le complicazioni rare e tardive la panencefalite subacuta sclerosante, una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale, che compare in media sette anni dopo l’infezione. E’ più frequente (fino a 2 casi su 10mila infezioni) quando il morbillo è stato contratto nei primi anni di vita e quindi spesso si manifesta in età scolare con improvviso deterioramento delle facoltà mentali e convulsioni. 

Diagnosi

Le manifestazioni del morbillo sono abbastanza tipiche, tuttavia la diagnosi viene spesso fatta tardivamente, anche per la “disabitudine” delle persone e degli stessi sanitari ad una patologia una volta estremamente frequente.

Il sospetto diagnostico può essere confermato attraverso la ricerca nel sangue di anticorpi specifici antimorbillo: quelli del tipo IgM, che compaiono precocemente durante la malattia, consentono la diagnosi certa, mentre quelli del tipo IgG, se presenti nel sangue del paziente, debbono essere ridosati a distanza di una settimana per verificarne l’eventuale aumento.

Cosa fare

Non esistono cure specifiche per la malattia, né per prevenire le complicazioni (a parte la somministrazione di Vitamina A nei paesi a basso livello socioeconomico e negli USA a bambini ospedalizzati, per prevenire le complicazioni oculari). Ci si deve limitare ad alleviare i disturbi:

  • febbre: somministrate paracetamolo;
  • tosse: azionate l’umidificatore (se non siete allergici agli acari);
  • congiuntivite: abbassate la luminosità della stanza, per ridurre il fastidio agli occhi.

Quando consultare il medico

Consultate il medico immediatamente se il bambino:

  • fa fatica a respirare, anche dopo che avete pulito il naso;
  • è confuso o delira o è sonnolento e difficile da svegliare;
  • ha un forte mal di testa;
  • sembra stare molto male.

Consultate il medico senza urgenza se:

  • sospettate si tratti di morbillo, per la conferma della diagnosi e per le indicazioni terapeutiche;
  • il bambino ha dolore alle orecchie;
  • dall’occhio escono secrezioni gialle;
  • lo scolo nasale diviene giallo per più di 24 ore;
  • la febbre persiste oltre i 4 gg dall’inizio dell’eruzione o ritorna dopo una pausa di almeno 24 ore;
  • avete qualsiasi dubbio da chiarire.

Prevenzione

L’unico provvedimento preventivo efficace, e necessario data la potenziale gravità del morbillo, è la vaccinazione.

Anche nel caso in cui  il vostro bambino non è vaccinato e pensate che sia stato contagiato, informate tempestivamente il pediatra, perché talvolta la malattia può essere prevenuta.

Riammissione in comunità

La riammissione in comunità deve avvenire non prima di 5 giorni dalla comparsa dell’esantema, quando il bambino torna a stare abbastanza bene.

Pediatra libero professionista a Bergamo. Tutor di Pediatria per il corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Milano Bicocca.

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